CLIL – Content and Language Integrated Learning

di Carmela Palmieri

Politiche e strategie europee

CLIL è il noto acronimo di Content and Language Integrated Learning, ovvero l’apprendimento integrato di lingua e contenuto. Si tratta di un nuovo approccio metodologico alla didattica della lingua-cultura che prevede l'insegnamento-apprendimento di una materia curricolare per mezzo di una lingua straniera o comunque di una lingua diversa da quella normalmente utilizzata, che è quasi sempre la lingua madre. L’argomento oggetto dell’approccio metodologico CLIL può essere del tutto estraneo a l'apprendimento-insegnamento delle lingue; ad esempio, può trattarsi di lezioni di storia, di fisica, di chimica tenute in lingua inglese in una scuola italiana. Il CLIL, dunque, è un approccio metodologico-didattico all’insegnamento in lingua straniera di discipline non-linguistiche (DNL). Il CLIL viene oggi adottato e si è dimostrato efficace in tutti i settori dell'istruzione, dalla scuola primaria fino a quella per adulti, nell’istruzione superiore e nelle università. Il suo successo è aumentato notevolmente nel corso degli ultimi 10 anni e continua a crescere.

Gli insegnanti che lavorano con il CLIL sono veri specialisti nella loro disciplina piuttosto che insegnanti di lingue nel senso tradizionale. Essi di solito parlano fluentemente la lingua di destinazione, oppure sono bilingui o nativi. In molte istituzioni gli insegnanti di lingue lavorano in collaborazione con altri dipartimenti didattici per offrire il CLIL in diverse materie. Il fondamentale vantaggio è che lo studente acquisisce nuove conoscenze nella disciplina non-linguistica mentre incontra, utilizza e apprende una lingua straniera. Le strategie, i metodi e le tecniche sono spesso legati al settore di studio, con i contenuti che orientano e disciplinano le attività.

Grazie alla sua efficacia e alla sua capacità di motivare i discenti, il CLIL viene identificato e descritto come un settore prioritario nel programma Promoting Language Learning and Linguistic Diversity: An Action Plan 2004 – 2006 (Sezione 1 punto 1.2) dell’Unione Europea. Già il simposio europeo "The Changing European Classroom - the Potential of Plurilingual Education", tenutasi nel marzo 2005, in collaborazione con la Presidenza lussemburghese, ricordava la necessità di garantire che agli alunni e agli studenti venisse offerto il CLIL a diversi livelli di istruzione scolastica. Vennero sottolineate anche l’importanza e la necessità che gli insegnanti europei ricevessero una formazione specifica per il CLIL. Nello stesso anno, l'UE pubblicò un approfondito studio sul processo di diffusione del CLIL nelle scuole di tutta Europa. L'UE ha inoltre approvato e sostenuto numerosi progetti CLIL. Il Lifelong Learning Programme, ad esempio, offre molteplici opportunità e finanziamenti per aiutare le scuole e i singoli insegnanti a partecipare a iniziative internazionali di CLIL o a progettarne.

Concepito come una forma di insegnamento-apprendimento che combina aspetti linguistici e disciplinari, l’approccio metodologico di tipo CLIL persegue un duplice obiettivo:

  • Permettere all’alunno di acquisire delle conoscenze in contenuti specifici del programma di studi;
  • Aiutare l’alunno a sviluppare competenze linguistiche in una lingua diversa da quella usata abitualmente come lingua di insegnamento-apprendimento.
A parte questi obiettivi generali comuni, le raccomandazioni ufficiali inserite nei programmi di studi o in altri documenti ufficiali dei diversi Paesi europei risultano diverse. A seconda dei Paesi, viene messa in evidenza l’importanza di:
  • gli alunni a una società sempre più internazionalizzata (obiettivo sociale);
  • offrire ai giovani migliori prospettive sul mercato del lavoro (obiettivo economico);
  • trasmettere agli alunni dei valori di tolleranza e di rispetto nei confronti di altre culture, attraverso l’uso della lingua veicolare dell’insegnamento CLIL (obiettivi socioculturali);
  • facilitare l’acquisizione:
    • di competenze linguistiche che pongono l’accento sulla comunicazione, per motivare gli alunni all’apprendimento delle lingue grazie al loro utilizzo da un punto di vista pratico (obiettivi linguistici);
    • di contenuti disciplinari e di capacità di apprendimento, per stimolare l’apprendimento dei contenuti grazie a un approccio diverso e innovativo (obiettivi didattici).
È evidente come il CLIL rappresenti un approccio poliedrico in grado di offrire una serie di vantaggi:
  • Contribuisce a costruire la conoscenza, la consapevolezza e la comprensione interculturale;
  • Sviluppa le capacità di comunicazione interculturale;
  • Migliora le competenze linguistiche e le abilità di comunicazione orale;
  • Sviluppa interessi e atteggiamenti plurilingui;
  • Offre l'opportunità di analizzare i contenuti attraverso diversi punti di vista culturali;
  • Amplia il contatto e il rapporto tra gli studenti e la lingua di arrivo;
  • Non richiede ore di insegnamento aggiuntive;
  • Rende complementari e integra le discipline di studio piuttosto che metterle in contrasto tra loro;
  • Diversifica i metodi e le forme di pratica didattica in classe;
  • Aumenta la motivazione e la fiducia dei discenti sia nella lingua praticata, che nella materia studiata.

Il CLIL in Europa

Oggi l’insegnamento di tipo CLIL fa parte dell’offerta scolastica ordinaria nella maggior parte dei Paesi europei. In circa un terzo di essi esiste anche in forma di progetti pilota. La maggior parte dei Paesi europei ha anche istituito un quadro legislativo per regolamentare l’insegnamento di tipo CLIL o ha ampliato l’offerta di questa tipologia di insegnamento, dai primi anni ‘90. Il profilo linguistico dell’insegnamento di tipo CLIL in Europa è vario, nella misura in cui sono possibili più combinazioni metodologiche e didattiche, che implicano le lingue straniere, le lingue regionali e/o minoritarie e altra/e lingua/e ufficiale/i di Stato. Ciononostante, nella maggior parte dei Paesi le lingue veicolari usate sono le lingue straniere e le lingue regionali e/o minoritarie.

In quasi tutti i sistemi scolastici europei, l’insegnamento di tipo CLIL è offerto, contemporaneamente, a livello primario, secondario inferiore e superiore. In generale, la partecipazione a un insegnamento di tipo CLIL integrato all’offerta educativa ordinaria è aperta a tutti gli alunni. Ciononostante, alcuni Paesi hanno stabilito dei criteri di ammissione e selezionano i partecipanti a questo insegnamento, soprattutto quando la lingua veicolare è una lingua straniera. Questa selezione, al momento dell’ammissione, spesso si basa su prove (esami scritti, orali, colloqui, ecc.) volte a determinare, nei candidati, un buon livello di conoscenza generale del programma di studi e/o delle conoscenze linguistiche nella lingua veicolare utilizzata nell’ambito dell’insegnamento di tipo CLIL.

Il CLIL in Italia

Con l’attuazione della Riforma, dal 2010 l’approccio metodologico e didattico di tipo CLIL è attualmente introdotto solo nel Liceo Linguistico, in due modalità:

  • Dal primo anno del secondo biennio (terzo anno di corso) è previsto l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica (DNL);
  • Dal secondo anno del secondo biennio (quarto anno di corso) è previsto, inoltre, l’insegnamento in una diversa lingua straniera di una disciplina non linguistica (DNL).
In entrambi i casi la DNL deve essere compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle Istituzioni Scolastiche nei limiti del contingente organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie.

Per quanto riguarda gli Istituti Tecnici, per i quali il CLIL è previsto solo per l’ultimo anno di corso, il DPR 88/2010 specifica, all’art. 8 comma 2 b) “Passaggio al nuovo ordinamento” , che il MIUR con apposito decreto di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) definirà i criteri generali per l’insegnamento, in lingua Inglese, di una disciplina non linguistica, compresa nell’area di indirizzo del quinto anno, da attivare in ogni caso nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente.

In materia di insegnamento in lingua straniera di una DNL, il Decreto Direttoriale n. 6 del 16 aprile 2012 della Direzione Generale per il Personale scolastico traccia il profilo del Docente CLIL, che viene come segue caratterizzato in relazione agli ambiti linguistico, disciplinare e metodologico-didattico:
Ambito Linguistico:

  • competenza di livello C1 nella lingua straniera;
  • Ha competenze linguistiche adeguate alla gestione dei materiali disciplinari in lingua straniera;
  • Ha una padronanza della micro lingua disciplinare (lessico specifico, tipologie di discorso, generi e forme testuali, ecc.) e sa trattare nozioni e concetti disciplinari in lingua straniera.
Ambito disciplinare:
  • È in grado di utilizzare i saperi disciplinari in coerenza con la dimensione formativa proposta dai curricula delle materie relative al proprio ordine di scuola;
  • È in grado di trasporre in chiave didattica i saperi disciplinari integrando lingua e contenuti.
Ambito metodologico-didattico:
  • È in grado di progettare percorsi CLIL in sinergia con i Docenti di lingua straniera e/o di altre discipline;
  • È in grado di reperire, scegliere, adattare, creare materiali e risorse didattiche per ottimizzare la lezione CLIL, utilizzando anche le risorse tecnologiche e informatiche;
  • È in grado di realizzare autonomamente un percorso CLIL, impiegando metodologie e strategie finalizzate a favorire l’apprendimento attraverso la lingua straniera;
  • È in grado di elaborare e utilizzare sistemi e strumenti di valutazione condivisi e integrati, coerenti con la metodologia CLIL.

Successivamente, con Nota Prot. AOODGPER 2934 del 17/04/2012 la Direzione Generale per il Personale Scolastico dettava direttive per l’organizzazione di “Corsi di formazione linguistico-comunicativa e metodologico-didattica per Docenti di discipline non linguistiche (DNL) secondo la metodologia CLIL in servizio nei Licei Linguistici”, mentre la Direzione Generale per gli Affari Internazionali con Decreto Direttoriale Decreto Direttoriale Prot. n. AOODGAI/10899 del 12 luglio 2012 impartiva disposizioni in materia di formazione dei Docenti CLIL, certificazione delle loro competenze, requisiti e validità delle certificazioni, tenuta, pubblicazione e aggiornamento dell’elenco degli enti certificatori.

Più recentemente, con Nota 240 del 16 gennaio 2013 la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica del MIUR ha indicato le norme transitorie su: (a) requisiti per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera con metodologia CLIL, (b) modalità di attuazione dell’insegnamento CLIL, (c) organi e figure di riferimento, (d) la Rete dei Licei Linguistici per il coordinamento del corsi CLIL a livello regionale.

  1. Requisiti per l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera con metodologia CLIL. Ai corsi possono accedere i Docenti in possesso in alternativa di:
    1. certificazioni nella lingua straniera oggetto del corso, rilasciate da Enti Certificatori riconosciuti dai governi dei paesi madrelingua, almeno di livello C1 di cui al “QCER – Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue”, che attestano le abilità ivi previste (Ascolto, Parlato/Interazione, Scrittura, Lettura);
    2. competenze linguistiche certificate in relazione alle abilità di cui alla lettera a), di livello B2 del QCER, iscritti e frequentanti un corso di formazione per conseguire il livello C1 del QCER.
    Per l’anno scolastico in corso, con la Nota Prot. AOODGPER 2934 del 17/04/2012 della Direzione Generale per il Personale scolastico, è stato affidato ai Dirigenti Scolastici dei Licei Linguistici il compito di individuare all’interno dei Consigli di Classe, i Docenti da destinare alla formazione, in base ai criteri stabiliti dalla medesima nota.
  2. Modalità di attuazione dell’insegnamento CLIL.
    1. In primo luogo il MIUR suggerisce per l’avvio della metodologia CLIL una programmazione del Docente DNL concordata anche con l’insegnante di lingua straniera o il conversatore di lingua straniera o, ove presente, con l’assistente linguistico.
    2. Suggerisce in secondo luogo l’attivazione in classe terza del 50% del monte ore della disciplina veicolata in lingua straniera, in considerazione anche della necessità di dotare gli studenti della padronanza del linguaggio tecnico-specialistico della disciplina nella lingua italiana.
    3. Inoltre, tenendo conto che i corsi di formazione metodologico-didattica, affidati a strutture universitarie, comprendono un monte ore di tirocinio (2 Crediti Formativi, per un totale di circa 50 ore), il MIUR ritiene che tale tirocinio, se svolto a partire da questo anno scolastico nelle classi terze dei Licei Linguistici, possa essere dalla scuola considerato equivalente ad una offerta di insegnamento di una DNL in lingua straniera.
    4. Nei casi di totale assenza di Docenti di DNL in possesso delle necessarie competenze linguistiche e metodologiche all’interno dell’organico dell’Istituzione scolastica, il MIUR raccomanda lo sviluppo di progetti interdisciplinari in lingua straniera nell’ambito del Piano dell’Offerta Formativa. L’attivazione di percorsi CLIL potrà, poi, essere facilitata dalla riflessione condivisa tra i Docenti su best practices nazionali o internazionali, dall’utilizzo di tecnologie multimediali e di tecniche comunicative multimodali.
  3. Organi e figure di riferimento.
    1. Il ruolo del Dirigente Scolastico. Il Dirigente Scolastico ha il compito di individuare i Docenti con le più elevate competenze sia linguistiche sia metodologiche CLIL da destinare alle prime esperienze di attivazione della DNL in lingua straniera. Tra le sue iniziative può prevedere anche la costituzione o l’adesione ad una rete di scuole che abbia come finalità lo sviluppo di pratiche di insegnamento CLIL. Il Dirigente Scolastico potrebbe favorire attività e iniziative di mobilità e scambi di Docenti e studenti, anche attraverso progetti finanziati con fondi europei, al fine di promuovere l’internazionalizzazione del piano dell’offerta formativa. È auspicabile l’attivazione di iniziative di job shadowing con Docenti della stessa scuola, di altre scuole italiane o straniere, oppure di iniziative di formazione in servizio “sul campo” inerenti la metodologia CLIL.
    2. Il ruolo del Collegio dei Docenti. Il Collegio dei Docenti ha il compito di definire i criteri per l’individuazione delle discipline da destinare all’insegnamento secondo la metodologia CLIL e attivare i Dipartimenti con indicazioni funzionali alla progettazione di percorsi CLIL, anche in riferimento alle strategie e alle modalità attuative di cui al paragrafo 2.
    3. Il ruolo dei Dipartimenti e dei Consigli di Classe. I Dipartimenti, ove attivati, sono chiamati a individuare modalità operative e contenuti da sviluppare con la metodologia CLIL, soprattutto nella fase di definizione dei nuclei disciplinari da veicolare in lingua straniera e relative modalità di realizzazione. I Consigli di Classe sono chiamati a lavorare in sinergia e nell’ottica del confronto e del supporto reciproco, in tutte le fasi di progettazione ed implementazione dell’insegnamento della DNL in lingua straniera.
    4. Il ruolo del Docente di lingua straniera, del conversatore di lingua straniera e dell’eventuale assistente linguistico. A livello ordinamentale, per il Docente di lingua straniera, il conversatore di lingua straniera, e, ove presente, l’assistente linguistico non è previsto un diretto coinvolgimento attraverso forme di compresenza o codocenza. Il MIUR auspica la costituzione di veri e propri team CLIL (Docente di DNL, Docente di lingua straniera, conversatore di lingua straniera, eventuale assistente linguistico), finalizzati allo scambio e al rafforzamento delle reciproche competenze.
    5. Il ruolo degli Uffici Scolastici Regionali. Agli Uffici Scolastici Regionali è affidato il compito di favorire la costituzione e la progressiva implementazione delle Reti di scuole per lo sviluppo di pratiche di insegnamento secondo la metodologia CLIL, da sostenere anche con interventi formativi a cura degli Uffici stessi in collaborazione con le strutture universitarie.
    6. Il ruolo delle Reti di scuole. In questi ultimi anni le scuole in rete hanno operato su vari fronti, mettendo in atto numerose iniziative di formazione linguistica e metodologica, creando situazioni diffuse di sviluppo della metodologia CLIL.
  4. La Rete dei Licei Linguistici per il coordinamento del corso CLIL a livello regionale. La Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica è oggi fortemente impegnata nell’attivazione di una Rete nazionale dei Licei Linguistici, finalizzata alla diffusione e al supporto della metodologia CLIL. La Rete sarà costituita da una Istituzione scolastica capofila per ogni Regione, a cui sarà affidato il compito di promuovere e coordinare in particolare attività di formazione correlate alla diffusione della metodologia CLIL.